Le risposte dei candidati rettore UNIBO del 2015-Fiorentini


Questa e’ la risposta del professor Gianluca Fiorentini, che ringraziamo per il tempo che ha voluto dedicarci.

Care Collegiali e cari Collegiali di ieri e di oggi,

lo scorso 20 aprile ho partecipato con grande piacere all’incontro presso l’attuale sede del Collegio: mi attendevo una discussione ricca e stimolante e così è stato. Ne sono grato a tutti i partecipanti, oltre che al Direttore e ai colleghi intervenuti. Mi permetto di sintetizzare qui, su richiesta degli Alumni, i temi che abbiamo toccato; e approfitto dell’occasione per aggiungerne qualche altro che trovo di rilievo particolare.

Il principio da cui partire: il Collegio Superiore è parte integrante dell’Alma Mater Studiorum, e lo Statuto ne sancisce presenza, funzione e rilevanza. Da questo principio derivano sia le ragioni che inducono a tutelare e a far crescere il Collegio, sia i suggerimenti per rapide azioni di rinnovamento di cui il Collegio ha senza dubbio bisogno.

Che il Collegio sia parte integrante della nostra comunità universitaria significa, a mio avviso, innanzitutto questo: il Collegio non può essere percepito come realtà a sé, e niente deve contribuire ad alimentare tale percezione. Da essa viene gran parte delle difficoltà con cui si sono scontrati, in questi anni, sia i Collegiali, sia il Direttore e i tutori del Collegio. C’è chi teme che una maggiore integrazione del Collegio rischi di diluirne eccessivamente le specificità formative o l’autonomia; ritengo sia un pregiudizio che occorre superare: una maggiore integrazione sotto il profilo gestionale, un più forte sostegno amministrativo in termini di unità di personale dedicato, una più costante e fiduciosa collaborazione con i Dipartimenti e i Corsi di Studio non possono che giovare a un maggiore riconoscimento del Collegio – fuori e dentro l’Alma Mater – e a un incremento delle sue potenzialità formative.

Sotto questo punto di vista ritengo lodevoli le azioni intraprese in questi ultimi anni: azioni di carattere istituzionale relative alle modalità della prova di selezione, alla revisione del sito web, alla riforma della didattica che so ormai all’ordine del giorno; e azioni di carattere culturale – spesso su impulso degli stessi Collegiali e degli Alumni – come i seminari e i pubblici incontri progettati a beneficio dell’Ateneo nel suo insieme, per mostrare con chiarezza che il Collegio e i suoi membri sono e vogliono essere una forza propulsiva per tutta l’Alma Mater. Queste sono linee sulle quali è bene proseguire con sempre maggiore impegno e sempre più sostegno organizzativo da parte dell’Ateneo. E il contributo che verrà dagli stessi Collegiali – in termini di progettualità e di partecipazione – sarà fondamentale.

I problemi urgenti sui quali il nuovo Rettore dovrà intervenire, e che sono emersi chiaramente durante la nostra discussione, sono questi. Sarò grato a chi vorrà integrarli e fornirmi ulteriori elementi di riflessione.

  • La sede. So bene quanto una sede decentrata rappresenti (anche nella prospettiva dell’ISA e del suo importante ruolo strategico) una seria e sentita difficoltà. Il problema è concreto e insieme simbolico: l’attuale collocazione periferica della Residenza sembra dar corpo alla separatezza strutturale del Collegio. Su questo punto, però, dobbiamo evitare facilonerie e slogan: una sede che risponda davvero alle esigenze dei Collegiali ­implica una dotazione significativa di stanze doppie e di stanze preferibilmente singole almeno per le Lauree magistrali o il triennio inoltrato (dunque non meno di 20-30 singole da 30 mq. e, per le restanti, doppie da 40 mq, ovvero qualcosa di simile all’attuale offerta del Residence Terzo Millennio); implica spazi per lo studio comune e per la biblioteca, che attende ancora di essere organizzata; spazi per la socialità (ad esempio, per le attività musicali singole e in gruppo); aule con dotazioni adeguate (non meno di due, e auspicabilmente tre per le attività in contemporanea); il tutto, con doverosa attenzione alla disabilità. Esigenze così articolate – e più che legittime – non si soddisfano bussando ai portoni dei palazzi storici; si soddisfano solo con un’azione decisa e progettuale. Il nuovo Rettore dovrà: 1) esplorare tutte le possibili soluzioni esistenti, con un nuovo censimento capillare delle sedi potenziali, ma senza dimenticare che un’eventuale collocazione centrale non si può barattare con il decadimento dei servizi offerti: ciò farebbe il danno dei Collegiali e degli ospiti ISA; 2) vagliare con attenzione la tempistica e la realizzabilità del progetto Staveco, per capire entro quanto e in che concreti termini questa può divenire davvero la soluzione stabile per il Collegio; 3) coinvolgere in maniera ampia e trasparente tutti i soggetti pubblici e privati che possono concorrere – in attesa di una soluzione stabile – alla più soddisfacente sistemazione di breve o medio periodo. Il tutto, sempre, ascoltando i Collegiali e mantenendo il massimo equilibrio fra le loro giuste richieste e la funzione sociale complessiva dell’Alma Mater. Certamente è un equilibrio difficile, che non va dimenticato mai, proprio per il bene del Collegio: e la maturità di chi studia e vive al Collegio può contribuire a mantenerlo, in un dialogo costante, consapevole e costruttivo.
  • La formazione dei Collegiali. La riflessione su questo tema è avviata: ed è più che mai necessaria. La didattica al Collegio deve essere sì originale e peculiare, ma questo non può andare a discapito né della sua regolarità né della sua efficacia. Il Collegio deve avere un modello didattico durevole nel tempo, trasparente nella programmazione, ma insieme flessibile, condiviso con i Collegiali e capace di soddisfarne la curiosità e di integrare autenticamente l’offerta formativa dei Corsi di Studio. Centrale, nella tradizione del Collegio, è l’interdisciplinarità. Ma per coltivare questa caratteristica così preziosa occorre tener conto dei prerequisiti degli studenti e dei loro interessi concreti, onde evitare corsi troppo elementari per chi sa già o del tutto inaccessibili (e comunque non interessanti) per chi non sa. Serve un’interdisciplinarità sana e feconda: abbiamo molti modelli di dialogo interdisciplinare riuscito nella ricerca dell’Ateneo, ed è a questi modelli (spesso di frontiera) che dovrebbe ispirarsi anche la didattica del Collegio, se vogliamo che essa sia un’acquisizione utile per il futuro dei Collegiali e non un mero obbligo da soddisfare. Una didattica che, peraltro, dovrebbe essere graduata e differenziata negli anni o almeno nei cicli, ripensata nel rapporto fra curricula e seminari, facile da adattare alla variabile composizione del Collegio, e periodicamente valutata dagli studenti. Come forma di didattica equivalente, l’attività svolta presso il Collegio deve essere inoltre riconosciuta dai Corsi di Studio e dai Dipartimenti, per far sì che i docenti siano sempre più autenticamente coinvolti e motivati. I modelli migliori andranno elaborati dentro il Collegio, a partire dall’autonomia del Collegio e dalla capacità progettuale dei suoi studenti e dei suoi tutori: ma gli obiettivi e le necessità qui elencati andranno, a mio avviso, tenuti ben presenti.
  • Personale amministrativo e supporto logistico. Questo è uno dei punti di maggiore sofferenza: la dotazione del personale dovrà aumentare, l’integrazione con le aree dell’Ateneo – penso in particolare all’orientamento in entrata e all’internazionalizzazione – andrà resa sistematica, per evitare che il Collegio debba fare da solo e fronteggiare continue emergenze. Un maggior sostegno da parte dell’Ateneo e una maggiore integrazione consentiranno di intervenire efficacemente almeno sui seguenti punti, che ritengo prioritari: 1) visibilità nazionale e internazionale del Collegio; 2) migliore gestione delle convenzioni esistenti e future con analoghe istituzioni italiane ed estere, oltre che con la rete delle Scuole d’eccellenza per iniziative congiunte; 3) fund raising mirato: obiettivo che può essere raggiunto con personale dedicato e con garanzia di massima visibilità per i sostenitori coinvolti; 4) efficace azione promozionale nelle scuole secondarie superiori, ben al di là della Regione; 5) visibilità delle iniziative pubbliche del Collegio, il cui alto profilo spesso non viene adeguatamente valorizzato mediante i canali comunicativi dell’Ateneo.
  • I tutori del Collegio. Il ruolo dei tutori è cruciale: e importantissimo, dunque, è la selezione di chi intende assumersi un ruolo così delicato, che richiede un rapporto costante e personale fra docente e studente. Il tutor non è un mero passacarte cui spetta firmare una lettera di referenza per uno scambio all’estero o per un dottorato. Il rapporto col tutor deve essere un rapporto culturale privilegiato e continuativo, pena il vanificarsi del valore aggiunto del tutorato. Ai Collegiali devono essere garantiti docenti di comprovato valore sotto il profilo scientifico e didattico, ma ciò non basta: servono docenti che siano davvero motivati ad assumersi un ruolo che richiede, per essere svolto all’altezza delle aspettative, un grande impegno e molta attenzione alle singole persone. Ci servono inoltre, per questo obiettivo, adeguati meccanismi di incentivazione e un coinvolgimento più forte dei Dipartimenti. Il Collegio deve sapersi costantemente rinnovare dal proprio interno, con autonomia, con responsabilità e con trasparenza. Il Collegio deve essere il luogo dove, periodicamente, i più motivati docenti dell’Alma Mater portano le loro competenze e il loro impegno. Anche questo gioverà a incrementarne sia la visibilità, sia il senso d’appartenenza all’Alma Mater.

Questi sono alcuni dei temi che ho affrontato e che vorrei continuare ad affrontare, in dialogo con i Collegiali e con gli ex-Collegiali. Altri, urgenti, non mancano: uno su tutti, l’atteso e sempre rinviato accreditamento ministeriale; una procedura arrestatasi, per ora, sul fronte MIUR e non sul fronte Alma Mater; e qui l’autorevolezza del nostro Ateneo presso il Ministero e la capacità di far rete con i migliori Collegi italiani saranno fondamentali. Il mio impegno è garantito.

La straordinaria riserva di talenti rappresentata dal Collegio non attende altro che di essere valorizzata di più e meglio, conseguendo una piena integrazione con il resto della comunità universitaria e un pieno riconoscimento all’interno e all’esterno dell’Alma Mater.

Gianluca Fiorentini