Elezioni rettore unibo 2021 – incontri con candidate e candidati

Tra il 25 e il 31 maggio 2021 alcuni membri dell’Associazione Alumni hanno partecipato agli incontri con le candidate e i candidati alle elezioni per il rinnovo della carica rettorale di UNIBO per il sessennio 2021-2027.

Le professoresse Giuliana Benvenuti (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica) e Giusella Dolores Finocchiaro (Dipartimento di Scienze Giuridiche) e i professori Pier Paolo Gatta (Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie), Giovanni Molari (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari) e Maurizio Sobrero (Dipartimento di Scienze Aziendali) hanno conversato con allievi e allieve del Collegio Superiore, la Direzione e docenti UNIBO sulle prospettive dell’Istituzione all’interno dei loro programmi per le elezioni. Durante gli incontri i membri dell’Associazione Alumni hanno chiesto a candidate e candidati di illustrare la loro visione circa l’eventuale ruolo che il Collegio Superiore potrebbe assolvere all’interno di UNIBO come culla di progettualità di ricerca multidisciplinare.

A seguito dell’incontro, come fatto nelle precedenti elezioni del 2009 e del 2015, il Direttivo dell’Associazione ha inviato una lettera scritta a candidate e candidati. Riportiamo qui sotto il testo inviato e in questo post la risposta del Professor Molari.

Egregio/a professore/essa,

le scriviamo in rappresentanza dell’Associazione Alumni del Collegio Superiore.

Innanzitutto La vorremmo ringraziare per la sua partecipazione al recente evento organizzato dal Collegio Superiore e per la disponibilità ad incontrare, sebbene virtualmente, i suoi studenti e le sue studentesse, i tutori e le tutrici e anche una piccola rappresentanza degli Alumni.

Attraverso la nostra Associazione, che oramai ha più di 10 anni e oltre 300 membri, noi Alumni e Alumnae manteniamo forti legami con l’Università di Bologna ed in particolare con il Collegio, seguendo con interesse la sua evoluzione e contribuendo alle sue iniziative.
Per questo, riteniamo fondamentale l’interesse dei Candidati e delle Candidate al Rettorato verso questa istituzione e speriamo che queste elezioni possano essere un’occasione di riflessione attorno al Collegio e al suo miglioramento.

In questo contesto, a complemento dell’evento summenzionato, ci farebbe piacere se volesse condividere con noi, anche per iscritto in poche righe, i Suoi progetti per il Collegio Superiore qualora Lei diventasse Rettore. In particolare, saremmo interessati a conoscere la Sua opinione sui principi di multidisciplinarità e merito, su cui il Collegio si basa, e su come vede il ruolo e lo sviluppo del Collegio nei prossimi anni, con la speranza che, grazie anche alla nuova sede, esso possa acquisire ancor più centralità e visibilità all’interno dell’Università di Bologna e non solo.

Se Lei è d’accordo, saremmo lieti di poter pubblicare la Sua risposta, assieme alle eventuali risposte degli altri candidati e delle altre candidate, sul sito dell’Associazione Alumni del Collegio Superiore (http://alumnicollegiosuperiore.org), come già fatto nelle due precedenti tornate elettorali (2011 e 2015).

RingraziandoLa molto fin d’ora per l’attenzione e per il tempo che vorrà dedicarci, Le porgiamo i nostri migliori saluti.


Il Direttivo dell’Associazione Alumni del Collegio Superiore

LE RISPOSTE DEI CANDIDATI RETTORE UNIBO DEL 2021 – MOLARI

Riportiamo qui la risposta del Professor Giovanni Molari, che ringraziamo per il tempo a noi dedicato, alla lettera inviata alle candidate e ai candidati alla carica di rettore UNIBO del 2021.

Care e cari,

grazie per gli stimoli e per l’impegno che mostrate a beneficio del Collegio Superiore. Questo basta da sé a mostrare quanto senso di appartenenza possa suscitare l’esperienza del Collegio, e quanto sia importante valorizzarla e renderla sempre più ampia e aperta.

Parto da multidisciplinarità e merito, perché credo dovrebbero essere caratteristiche fondanti per tutto l’Ateneo. Credo che alla nostra Alma Mater servano un reclutamento più flessibile e mirato a livelli di eccellenza, e maggiore responsabilizzazione dei Dipartimenti, anche attraverso procedure di selezione differenziate e orientate ai migliori standard internazionali da perseguire con il supporto dell’amministrazione. Occorre difendere la grande diversità multidisciplinare, che è la nostra eccezionalità e la nostra ricchezza, con uno sviluppo adeguato dei gruppi, sia grandi che piccoli: perché il valore aggiunto di UniBo è la trasversalità, e solo UniBo può (e deve) sostenere ogni gruppo disciplinare che – per quanto esiguo – rappresenta una potenziale eccellenza culturale e scientifica.

Credo che il Collegio costituisca, da questo punto di vista, un patrimonio importantissimo per l’Università di Bologna: la nuova sede deve rappresentare un primo passo, ma per poter acquisire ancora più visibilità occorre anche altro. A partire da un pieno riconoscimento del Collegio all’interno dell’Ateneo. Molto è stato fatto, ne sono consapevole, anche grazie a vostre meritorie iniziative. Ma altro resta ancora da fare, per esempio insistendo sulla pubblicizzazione dei bandi esterni e interni (didattica, tutorato), garantendo massima trasparenza a tutti i processi, sostenendo con maggiori fondi i ruoli istituzionali (commissione d’accesso, tutorati), e vigilando anche sulla qualità dei servizi offerti a voi Collegiali, che dovete avere certezze e costante sostegno nel vostro percorso (so che spesso in passato si è parlato del Collegio come di un luogo di “sperimentazione”; non condivido questa prospettiva: serve innovazione, ma non sperimentazione spericolata).

A livello di strutture occorre garantire spazi adeguati per lezioni e incontri, mentre a livello di personale occorre identificare risorse dedicate che permettano di superare la sofferenza attuale. È impossibile che il Collegio possa crescere, farsi conoscere, promuoversi, e insieme organizzare la sua complessa didattica e i suoi scambi internazionali, senza una dotazione più ampia e immediata di personale specializzato.

Occorre ripensare le relazioni all’interno dell’Ateneo preservando gli spazi di autonomia del Collegio, snellendo i processi e garantendo una struttura flessibile, ma rafforzando il collegamento con i Dipartimenti: i Direttori devono promuovere sempre più il Collegio all’interno dei Dipartimenti.

La promozione e l’orientamento vanno rafforzati. Non è sufficiente promuovere il Collegio ad AlmaOrienta; ben vengano occasioni dedicate, come si è iniziato a fare; ma occorrono interventi diretti periodici nelle scuole, e occorre coinvolgere gli alumni valorizzando le loro esperienze e il loro senso di appartenenza. Penso, per questo, a dotazioni finanziarie dedicate.

Serve fare pressione sul MIUR per l’accreditamento, che permetterebbe di ampliare l’accesso al fondo di finanziamento ordinario. In questo il Collegio deve diventare sempre più capofila nella rete delle scuole d’eccellenza, e il prestigio dell’Alma Mater ci permetterà di farlo: ovviamente penso anche a un impegno diretto del Rettore in tutte le trattative più importanti e delicate a livello ministeriale.

Occorre sviluppare ulteriormente le relazioni con altri collegi, in Italia e all’estero, investendo nella mobilità internazionale e coinvolgendo i Delegati all’Internazionalizzazione, che in prospettiva dovrebbero trovare nel Collegio Superiore un organo di riferimento.

Personalmente credo molto nel Collego e ritengo sia fondamentale continuare ad investire per migliorare la sua capacità operativa e valorizzare i risultati ottenuti in questi anni.

Un caro saluto,

Giovanni Molari

CONNESSIONE STRAORDINARIA – II CICLO

Da poco si è concluso anche il secondo ciclo di “Connessione Straordinaria”, la rassegna di video-interviste online organizzata dalla nostra Associazione insieme ai/lle collegiali. In ogni episodio, un/a collegiale ha intervistato un/a alumnus/a. Si è parlato di tante cose, di pandemia e di Europa, di criptomonete e di Dante, di nuovi materiali e di parodia classica, e di molto altro ancora.

Le interviste di questa rassegna sono disponibili qui, sul canale Youtube dell’Associazione.

Ringraziamo molto tutti i partecipanti. Un grazie particolare agli Alumni e alle Alumnae intervistati/e: Valentina Montalto, Lorenzo Ferrari, Dimitri Mollo, Giacomo Carli, Sebastiano Bertolini, Andrea Varsori, Daniele Pinna, Teresa Gatti , Costanza Benassi e Serena Vandi.

VINCITORE e VINCITRICE delLE BORSE ALUMNI 2020

I vincitori delle Borse Alumni 2020 finanziate dalla nostra Associazione sono Elia Alberici per l’area umanistico-sociale e Chiara Tumiati per l’area scientifico tecnologica.   Chiara ci racconta il suo progetto di ricerca svolto con il supporto della Borsa Alumni alla Sorbona di Parigi. Elia, invece, ci descrive il soggetto del suo scambio a Londra che, ritardato per via della pandemia, si è concluso nel Novembre 2021.

Chiara: “Da Settembre a questa parte mi trovo a svolgere l’esperienza Erasmus presso l’Università Sorbona di Parigi, comprensivo di esami e tirocinio, interamente in lingua francese. Nel mio percorso universitario ho riscontrato la mancanza di corsi che, al di là della semplice trasmissione di nozioni, facessero di noi veri professionisti della sanità. La solida metodologia della ricerca, la pratica clinica incentrata sul paziente attraverso l’applicazione dell’EBM, anche la consapevolezza dei costi, sono a mio parere strumenti imprescindibili per poter ottimizzare la qualità delle cure ed apportare innovazioni. Nell’approccio francese all’insegnamento della scienza medica ho potuto trovare alcuni di questi aspetti. Alla Sorbona i corsi sono orientati sulla diagnostica e sulla presa in carico del paziente a 360 gradi; tali temi possono integrare e migliorare la solida conoscenza teorica sulla fisiopatologia fornitami dall’Università italiana. In secondo luogo, il principale motivo che mi ha spinta ad intraprendere questa esperienza è la straordinaria possibilità di fare 10 mesi di tirocinio, per un totale di 28 CFU. Ho scelto i reparti di Chirurgia Plastica, Rianimazione, Psichiatria e Neurologia Pediatrica. Sin dal primo giorno lo studente è reso parte integrante dell’equipe, con il passare del tempo gli vengono affidati compiti pratici sempre più complessi e di responsabilità, sia in sala operatoria che in reparto. Questo contatto precoce con la realtà lavorativa ospedaliera mi stimola ogni giorno ad applicare gli aspetti teorici appresi in Italia e a sviluppare le mie soft skills (attenzione ai dettagli, capacità di team work,  risoluzione dei problemi con tempistiche serrate, capacità di comunicazione con il paziente..). Toccare con mano la realtà di ogni Unità Operativa in cui lavoro, approfondire i casi insieme agli specializzandi e agli strutturati mi permette, oltre al soddisfacimento dell’interesse scientifico, di avere uno sguardo privilegiato sulla vita professionale dello specialista. Questo aspetto è quasi totalmente assente in Italia; mi orienterà sicuramente per la scelta della specializzazione.”

Elia: “Non poteva non essere di Tronti l’espressione che ha meglio dipinto l’esperienza dell’Operaismo italiano. Il filosofo romano ha parlato di ‘stile operaista’ e noi lo seguiamo e integriamo. Cos’è dunque l’operaismo se non uno ‘stile della militanza’? Nulla. Se non è stile della militanza può solamente diventare ‘Italian Theory’. Null’altro che una boriosa veste che gli ha permesso di entrare nelle università, non prima di venire capillarmente edulcorato dai sui specifici tratti politici.
Ho visitato ‘Notes from Below’ a Londra nella speranza di poter apprezzare come questo non fosse un inevitabile destino. Notes from Below è una rivista e un gruppo di ricerca ispirato dallo stile operaista. Concetti come conricerca, inchiesta operaia e composizione di classe sono impiegati per comprendere il tempo presente. Una ricerca teorica altissimo livello e una non scontata conoscenza dell’Operaismo degli anni Sessanta hanno reso il periodo di ricerca fruttuoso oltre ogni aspettativa. Ma a Notes from Below non interessa comprendere la realtà solo per interpretarla. E questo li inserisce dentro la lunga storia dell’operaismo, perché, a distanza di sessant’anni, è ancora necessario ripartire da quell’obiettività tendenziosa del “teorico marxista, che si trova a voler distruggere l’oggetto del proprio studio”.